Dopo i “pirati del computer”, sono in arrivo i “pirati del telefonino”. Nel software dei cellulari esisterebbe una specie di “porta” difettosa, che permetterebbe a un estraneo di scaricare tutti i dati dall’agenda alle fotografie, dall’archivio a ogni altro genere di informazione immagazzinata nell’apparecchio, a totale insaputa del suo possessore.

Per compiere il furto di informazioni servono soltanto un computer portatile e uno speciale programma operativo. L’operazione, chiamata in gergo “Bluesnarfing”, è possibile soltanto se il telefonino è abilitato alla tecnologia di connettività “Blue Tooth” e sembra avere particolare efficacia soprattutto su alcuni modello di cellulari Nokia ed Ericsson.

Durante la prova, effettuata a Londra, un tecnico della A. L. Digital è riuscito a penetrare tutti i telefonini con la funzione “Blue Tooth” accesa in un raggio di 90 metri. Il tecnico, riferisce l’articolo del Times, ha scaricato sul proprio personal computer interi elenchi telefonici, agende elettroniche e fotografie, custoditi negli archivi degli ignari proprietari dei cellulari “attaccati”. Il sistema ha individuato un telefonino vulnerabile al minuto, e centinaia nel giro di un’ora.

Secondo il Times, l’industria della telefonia mobile non considera il problema particolarmente pericoloso. Ma il quotidiano cita il parere di Ian Angell, docente di informatica alla London School of Economics: “Si tratta di una scoperta devastante per le aziende del settore, potrebbe avere conseguenze molto serie”.

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