da Cablogrammi di M. Russo

L’amministratore delegato di Telecom Italia Riccardo Ruggiero ha presentato ieri tra squilli di trombe e rullo di tamburi la proposta dell’azienda per le comunicazioni Voip. Il voice over Ip è la tecnologia che consente di far viaggiare le conversazioni telefoniche sulla rete internet con enormi risparmi rispetto ai costi della linea normale.

Già oggi Telecom smista oltre la metà delle telefonate tradizionali su internet, anche se gli abbonati non lo sanno e le loro tasche non se ne sono accorte. Il problema era come continuare a farlo ora che stanno nascendo moltissime offerte di Voip (da Skype out fino a Deejay voice, marchio di un’azienda appartenente allo stesso gruppo di Kataweb) che consentono di risparmiare un bel po’ di soldi rispetto alle tariffe praticate dall’ex monopolista.

L’idea sfornata dal marketing di Telecom si chiama Alice mia: per fare ammuina e confondere le idee si pone l’accento sul fatto che con il nuovo sistema il telefono diventa personale e si potrà usufruire di cinque diversi numeri sulla stessa linea (più il sesto, quello tradizionale, per il quale comunque bisognerà continuare a pagare il canone).

Allora, facciamo un po’ di conti su quanto costerà il voip di Telecom:

* il canone dell’abbonamento Adsl
* 4,95 euro al mese (per un solo numero aggiuntivo rispetto a quello tradizionale, mentre ogni numero ulteriore costerà un euro in più)
* 28 euro di attivazione
* e inoltre si dovrà acquistare un (o più di uno, a seconda dei nuovi numeri attivati) telefono compatibile.

“Ok”, direte voi, “ma questi sono i costi di installazione e di esercizio mensile. Ma le chiamate, dopo essersi dotati di tutti gli apparecchi necessari, finalmente viaggeranno su internet. E a quel punto quanto risparmieremo?”

NULLA.

Le tariffe continueranno a essere quelle tradizionali, in alcuni casi anche il doppio o il triplo di altre offerte Voip.

Geniale, no?

Non a caso un sorridente Ruggiero ieri ha affermato che Alice mia è “un successo tutto italiano”.
Come dargli torto?